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Caso 144

Filastrocca

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Mentre Djishin lasciava il Tempio del Bianco Cielo di Ferro per tornare a casa, una mano si posò sulla sua spalla. “Fratello” disse un monaco in abito bianco, “vedo dalle tue vesti che sei del Tempio del Gong d'Ottone del Mattino.”

“Negarlo sarebbe pronunciare una falsità” disse Djishin.

“Ho sentito che è un posto crudele, dove gli stolti sono corretti con l’umiliazione e il dolore, se non con l’esecuzione diretta” disse il monaco.

“Negarlo sarebbe pronunciare una falsità” disse Djishin, “ma anche affermarlo lo sarebbe.”

“Non capisco” disse il monaco.

“La grandezza di un tempio sta nelle storie che ne vengono raccontate” disse Djishin. “Dunque il nostro scriba a volte rivede i nostri annali per rendere le loro storie più... memorabili.”

“Allora il vostro Log degli Eventi più sacro non è affidabile?” chiese il monaco stupito.

“Nullo” rispose Djishin con calma, come il maestro Kaimu gli aveva insegnato. “Puoi essere certo che gli annali riportino fedelmente lo spirito degli eventi che sono accaduti, piuttosto che le specifiche di quegli eventi.”

Il monaco sputò davanti ai piedi di Djishin. “Le tue parole hanno la logica intricata di chi programma ancora in procedure. Come hai potuto venire qui sperando di capire le fondamenta di algoritmi dimostrabilmente corretti, quando non puoi nemmeno distinguere il vero dal falso?”

Veloce come un battito di ciglia, Djishin spezzò un ramo da un albero e colpì il monaco nell’abito bianco sullo stomaco. Djishin continuò a colpire il monaco senza parole, e quando ogni colpo cadeva urlava:

"In Perl, sottolineato è sottinteso!
" In Perl, sottolineato è sottinteso!"

Terrorizzato, il monaco fuggì da Djishin, quasi scaraventando a terra una vecchia monaca mentre si affrettava per i gradini della torre e spariva oltre le sue porte.

“Qual è lo scopo di questa violenza?” chiese la monaca a Djishin.

“Volevo che il vostro monaco imparasse la filastrocca di $_, e che non la dimenticasse mai.”

“Ma non usiamo Perl qui” disse la monaca.

“Per questo l’ho scelto” disse Djishin. “D’ora in poi, ogni volta che racconterà la storia del visitatore pazzo che ha risposto alla sua domanda col ramo di un albero, citerà le strane parole che ho urlato. E quando capirà perché le conosca ancora, comprenderà l’algoritmo dello scriba del Gong d’Ottone del Mattino.”