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Un certo monaco aveva uno strano modo di scrivere codice. Quando gli veniva presentato un problema, egli scriveva prima molti test automatizzati per verificare che del codice non ancora scritto fosse corretto. Questi, ovviamente, fallivano, perché non c’era ancora nulla da testare. Solo quando i test erano stati completati il monaco lavorava sul codice stesso, procedendo diligentemente finché tutti i test non passavano.

I suoi fratelli ridicolizzavano questo processo, che faceva in modo che il monaco producesse solo la metà del codice applicativo dei suoi pari—e, anche così, solo dopo un lungo ritardo. Lo chiamavano Luohou, il monaco al contrario.

Il maestro Java Banzen sentì di questo. “Investigherò” dichiarò egli.

Al suo ritorno, il maestro decretò che tutti i membri del clan che avevano completato gli assegnamenti della settimana potevano accompagnarlo alla piscina come ricompensa per la loro efficienza. Il monaco al contrario rimase indietro, da solo.

In cima al dirupo da cui si immergevano, il monaco più anziano guardò oltre il bordo e si fece indietro.

“Maestro!” urlò. “Qualcuno ha spostato le pietre della diga! Nella piscina non c’è acqua. Sotto ci attendono solo erbacce e rocce appuntite!”

Con il suo bastone Banzen pungolò il giovane verso il precipizio.

“Certamente,” disse il maestro “puoi risolvere questo problema quando arriverai in fondo.”