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Caso 63

Catene

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La suora Zjing aveva sviluppato un’avversione per le altezze. Un giovane monaco la trovò nei suoi nuovi alloggi: una piccola capanna annidata nel punto più basso di una valle duecento metri sotto il Tempio.

Il monaco si sedette, giacché Zjing aveva iniziato a lavorare sdraiata sul pavimento.

“Ho scritto un sottosistema molto elegante per il nostro componente di presentazione delle immagini,” disse il monaco. “Ha notevolmente incrementato l’efficienza della nostra rete, eppure è estremamente fragile. Ogni cambiamento dev’essere effettuato con la massima cautela, o può portare al caos. Per un anno intero ho manutenuto questo codice, fidandomi di nessun altro. Ora i miei nervi sono a pezzi. Devo passare ad altri progetti o rischio di perdere il buonsenso che ancora mi rimane.”

“Capisco,” disse Zjing, appoggiandosi al pavimento mentre sedeva per esaminare il codice sul portatile del monaco. “Hai paura dell’inevitabile giorno in cui il tuo successore apporterà distrattamente un cambiamento che farà cadere a pezzi il sistema.”

“Sì, e la colpa è interamente mia!” pianse il monaco. “Come posso assicurarmi che un simile disastro non avvenga? Con dei lunghi commenti dentro il codice? Con dell’ampia documentazione fuori dal codice? Fornendo un centinaio di test che falliranno se vengono apportati cambiamenti incorretti? Inserendo centinaia di controlli di consistenza nel codice—rendendolo ancora più complesso? O continuando a lavorare a questo progetto finché il mio cervello diventerà gelatina?”

Wú,” disse la monaca. Selezionò la cartella che conteneva il codice sorgente del sottosistema, premette il pulsante di cancellazione, e strisciò fuori dalla porta.