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Caso 6

A mani vuote

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Dopo essere tornato dalla sua vacanza, l’abate capo del Clan della Scimmia Ridente trovò il proprio tempio in stato di panico e disordine. Il sistema finanziario che avevano appena modificato lanciava eccezioni NullPointerException per tutti i nuovi clienti. Questi utenti, estremamente inquieti, stavano cancellando i propri account dopo un solo giorno.

Con qualche difficoltà l’abate rintracciò il problema in un metodo il cui compito era quello di restituire un oggetto List contenente le transazioni dell’utente. Se non c’erano transazioni restituiva il valore nullo piuttosto che una lista vuota.

“Portatemi il monaco che ha scritto questo metodo” disse alle guardie del tempio. “E anche il monaco il cui codice lo richiama.”

Il primo monaco, che era il più anziano dei due, dichiarò che la colpa doveva essere data al secondo. “La mia documentazione Java era estremamente chiara. Non è un mio errore il fatto che egli non abbia controllato per valori nulli”. Il secondo monaco abbassò la testa per la vergogna e non disse nulla.

L’abate batté le mani e due alte urne di giada vennero poste sul pavimento, una di fronte a ogni monaco. “Le vostre punizioni sono state scritte su dei foglietti all’interno. Ogni giorno dovrete rimuovere il primo foglietto che la vostra mano tocca e obbedire ai suoi ordini alla lettera, finché l’urna non sarà vuota.”

Il monaco più giovane fu invitato ad andare per primo. La sua mano non aveva raggiunto la metà dell’urna quando si sentì il fruscìo della carta. Leggendo il foglietto, si inchinò e lasciò la stanza.

Il monaco più anziano infilò la mano a fondo nella propria urna finché le sue dita non toccarono il fondo freddo. “Non ci sono foglietti in questa urna” disse il monaco, mentre un accenno di sorriso si formava all’angolo della sua bocca.

“Non ci sono neanche pesci, né dieci montagne” disse l’abate.

Il monaco più anziano quindi urlò di dolore. L’urna si rovesciò e si ruppe. Uno scorpione fuggì tra le mattonelle.

L’abate guardò il monaco morente. “Non ogni nulla è uguale.”