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Il maestro Banzen aveva combattuto con un problema di design per tutta la notte. Sulla sua lavagna c’erano tre possibili approcci, ciascuno con le sue potenzialità e le sue falle: Banzen aveva tentato disperatamente di decidere quale fosse il migliore. Finalmente, con gli occhi rossi e le mani tremanti sporche d’inchiostro, lasciò il suo ufficio e incominciò a passeggiare per i corridoi del tempio per schiarire la mente. Infine giunse alle cucine, che risuonavano delle urla e dello sbattere delle pentole, giacché i cuochi erano svegli, essendosi alzati presto per preparare il pasto mattutino com’era loro usanza. Banzen si aggirò tra di loro, osservando il frenetico trambusto. Le cipolle venivano sbucciate, le carote tagliate, i polli spennati. Il riso cuoceva, la zuppa bolliva, il maiale sfrigolava, le uova friggevano. Una cuoca, notò, aveva un compito molto semplice. Doveva mescolare una scodella di liquido magro e scuro, portarlo in un angolo tranquillo, e lasciarlo lì senza suspervisione. Dopo un po’ tornava per svuotarne i contenuti, che in qualche modo erano diventati solidi. Lo fece diverse volte. “Cos’è quello?” le chiese Banzen. “Sangue di papera,” fu la risposta. “Lo sto lasciando coagulare per il tofu di sangue.” Banzen si inchinò e uscì. Più tardi quella mattina, un novizio trovò Banzen di nuovo nel suo ufficio. Il maestro sedeva immobile, fissando nel vuoto, gli occhi distanti e le mani vuote. “Cosa state facendo?” chiese il novizio. “Coagulo,” rispose Banzen. Tradotto da Alessandro Desantis. Un estratto da The Codeless Code, di Qi (qi@thecodelesscode.com). Distribuito sotto l' Creative Commons Attribution-NonCommercial 3.0 Unported License. |