Many thanks to Tristan Morris for creating a beautiful illustrated hardcover print edition of the site |
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(Sorry, this page has not been translated by the translator you selected.) Una mattina il Tempio si trovò sommerso di telefonate da utenti nel panico, che dicevano di aver ricevuto email errate da un certo sistema di fatturazione. Le email riportavano che i pagamenti fossero in ritardo di un anno, e gli utenti avevano perso la testa. Gli abati del Tempio si riunirono nel cortile, dibattendo su come localizzare al meglio l’origine del problema prima che tutta la clientela del Tempio scomparisse nelle montagne per sfuggire all’ascia del boia. “Non c’è bisogno,” disse la suora Hwídah dal bordo del cortile. “La vergogna è mia. Nella nostra ultima build di manutenzione ho sbadatamente modificato un’espressione booleana nel modulo di contabilità, facendole restituire falso quando la risposta giusta era vero. Ora ho corretto il difetto, e le email fittizie sono cessate.” Hwídah fu bandita per due mesi nelle prigioni sotto gli archivi più profondi del Tempio, dove doveva ispezionare da sola stampe sgretolate di vecchi script COBOL in cerca di possibili difetti. Dopo una settimana la suora Yíwen venne per riempire la ciotola della prigioniera di riso freddo. “Perdona la mia confusione, Hwídah,” chiese Yíwen mentre spingeva un vassoio sotto la porta della cella, “ma perché hai ammesso il tuo sbaglio dopo aver corretto l’errore? Se fossi rimasta in silenzio la causa non sarebbe stata rilevata per molti giorni, e il Tempio si sarebbe concentrato su questioni più importanti. Il tuo coinvolgimento non sarebbe mai stato scoperto.” “Dimmi, Yíwen,” disse la prigioniera, “quale caos ne deriverebbe se tutti i moduli nel nostro sistema iniziassero a restituire falso quando la risposta corretta è vero? E quando dico sistema, quale immagine si forma nella tua mente?” Hwídah fece scivolare il vassoio vuoto sotto la porta. “Quella mattina, quando l’orrore del mio sbaglio mi fu rivelato, lo fu anche questo fatto: siamo tutti parte del sistema. È un’estensione dei nostri desideri, dei nostri sforzi, e—sfortunatamente—delle nostre falle. Se avessi lasciato che i miei compagni sprecassero ore preziose cercando un difetto che avevo segretamente corretto, avrei solo tradito il sistema una seconda volta.” Tradotto da Alessandro Desantis. Un estratto da The Codeless Code, di Qi (qi@thecodelesscode.com). Distribuito sotto l' Creative Commons Attribution-NonCommercial 3.0 Unported License. |