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Caso 145

Cinque anni

Il nuovo abate del Clan del Ragno incontrò il vecchio monaco Shinpuru che curava il suo giardino.

Disse l’abate: “Ti sei accontentato di restare un umile sviluppatore per tutta la vita. Molte volte ti è stato offerto il posto di abate, eppure ogni volta hai rifiutato. Ora i pochi capelli ancora attaccati alla tua testa sono pallidi e sottili. Non hai alcuna ambizione? Come chiediamo ai candidati: dove ti vedi tra cinque anni?”

Shinpuru strappò un dente di leone che era andato in semenza e vi soffiò. Piccoli semi argentati si sparsero, cavalcando la brezza. Shinpuru diede il gambo rotto e calvo all’abate, e senza proferire un’altra parola tornò al suo giardinaggio.

Più tardi quel giorno l’abate raccontò questa storia al maestro Banzen. Tirando fuori il gambo morto dal suo abito, l’abate disse: “Il monaco Shinpuru non ha una meta e non attende altro che la morte.”

Banzen si limitò a ridere. “Ho fatto la stessa domanda al candidato Shinpuru quando la sua faccia era decorata dalla criniera di un leone, e ho ricevuto la stessa risposta. A quei tempi non c’era Java, non c’era XML, non c’era HTTP. Programmavamo in C e script della shell, e parlavamo con meraviglia dei cambiamenti che avevamo visto, giacché i giorni delle schede perforate e delle macchine logiche erano ancora freschi nelle nostre memorie. E ora? Ora il venerabile Shinpuru scarica strani pacchetti sorgenti da terre distanti, giocando con Ruby e Dojo come un giardiniere sperimenta con semi esotici. Chissà quali strani linguaggi avrà padroneggiato tra cinque anni! Nel frattempo io avrò condotto duemila miserabili revisioni del codice e tu avrai compilato duemila rapporti giornalieri che mai saranno letti.”

Il maestro indicò il cielo. “Dimmi: dove sono ora quei semi senza ambizione che Shinpuru ha soffiato nel vento?”

“Non saprei dirlo” disse l’abate. “A ovest o a est di dove siamo noi; che planano sull’oceano o che volteggiano intorno a quell’albero.”

“Tra cinque anni potrebbero essere sulla luna, con una splendida vista del mondo lì sotto” disse il maestro. “Ricorda il rimprovero di Shinpuru quando starai assaporando la tua nuova postazione, giovane abate! Il gambo può crescere ad altezze inimmaginabili, ma le sue radici sono testarde e il suo destino facilmente prevedibile.”