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Il maestro Java Bawan disse: “Il mendicante al mercato possiede solamente delle tazze vuote. Riempitene tutte tranne una di tè e vi ringrazierà; ma lasciatene cadere una goccia nell’ultima e morirà di sete all’istante. Spiegate.” Nessun monaco poté rispondere alla domanda di Bawan. Il maestro si ritirò nelle sue camere. Quella sera quattro studenti bussarono alla sua porta, cercando aiuto per un programma problematico. I suoi file di log straripavano di eccezioni ArrayIndexOutOfBounds che, gli studenti insistevano, erano impossibili: l’array in questione era dichiarato in modo che contenesse mille elementi, e l’indice—un intero da un byte—non poteva eccedere 255 per definizione. Il maestro Bawan indicò un oggetto nell’angolo. “Cos’è quella?” chiese a ogni studente. “Una scopa” dissero tutti a turno. Bawan allora prese la scopa e la agitò sopra le teste degli studenti. Quadri caddero dalle pareti e finirono per terra roteando. Vasi e tazze furono tirati giù dalle mensole e si sfasciarono per terra. Muri di carta si strapparono. Polvere si alzò dalle travi. “Non una scopa!” gridò il maestro Bawan, sempre agitando come un ossesso. “Non una scopa!” Il commento di QiCiascuna delle tazze del mendicante è simile in ogni modo a quella accanto, eppure ciascuna contiene anche il doppio della tazza alla sua destra. Ora di’ velocemente cos’è. Il poema di QiNella mano di un mendicante, il bastone genera pietà. Tradotto da Alessandro Desantis. There is also a different translation by Marco Pastori — Rome, Italy. Un estratto da The Codeless Code, di Qi (qi@thecodelesscode.com). Distribuito sotto l' Creative Commons Attribution-NonCommercial 3.0 Unported License. |