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(Sorry, this page has not been translated by the translator you selected.) La maestra Java Suku stava investigando il software di un tempio distante. Sul suo monitor lunghe porzioni di codice brillavano non in nero ma in verde, a indicare che risme di codice erano state commentate. “Curioso” disse Suku. “Ho aperto un bell’orologio, e ci ho trovato bucce d’arancia e lische di pesce.” Il monaco capo spiegò che il codice inattivo non era più necessario, ma che aveva ordinato al suo clan di lasciarlo dov’era: giacché se un giorno fosse stato desiderabile ripristinare la logica, allora avrebbero semplicemente riattivato il codice, piuttosto che sprecare tempo prezioso per riscriverlo da capo. “Comprensibile” annuì Suku. Il giorno successivo i monaci si riunirono nuovamente per l’ispezione della maestra Java. Con preoccupazione segnalarono che il monaco capo non poteva essere trovato. Suku indicò le travi in alto, dove il monaco scomparso penzolava da una corda robusta, per il collo. Un odore terribile andava diffondendosi al di sotto. “I servizi del vostro monaco capo non sono più necessari” disse Suku. “Ma lasciate che il suo cadavere ammuffisca sopra di voi da questo giorno in avanti. Dopotutto, i suoi metodi potrebbero un giorno divenire nuovamente desiderbaili, e sarebbe dispendioso addestrare un altro monaco da zero.” Nel suo rapporto finale, Suku segnalò un veloce cambiamento nelle pratiche di codifica del clan, e lo imputò al buon esempio fatto dal monaco capo deceduto. Dovremmo considerare la sua reintegrazione, scrisse. Tradotto da Alessandro Desantis. There is also a different translation by Marco Pastori — Rome, Italy. Un estratto da The Codeless Code, di Qi (qi@thecodelesscode.com). Distribuito sotto l' Creative Commons Attribution-NonCommercial 3.0 Unported License. |