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Caso 58

A sufficienza da impiccarsi

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Non si dice molto dei monaci dalla tunica scura del Clan Dell’Amaro Respiro Del Lupo, tranne questo: nessun software può lasciare i confini del tempio a meno che non abbia ricevuto prima la loro approvazione. Nei giorni successivi ad un rilascio, l’intero Clan fu costretto a muoversi a piedi nudi, tanto era il rumore dei passi dei molti monaci che correvano, nelle ore più buie della notte, consegnando di nascosto i rapporti sui difetti.

Così fu con una certa irritazione che il maestro Java Banzen— che teneva soprattutto all’esattezza— fu costretto a prendere in considerazione i ripetuti fallimenti del bravo monaco Djishin.

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Banzen fece cercare Djishin, che avvertito trovò il maestro a guardare il tramonto dalla scogliera.

Disse Banzen: “I monaci del Clan Dell’Amaro Respiro Del Lupo desiderano sapere se, con la prossima iterazione, il sistema sarà degno della loro attenzione. Essi bramano la nostra garanzia che non ci siano difetti critici dopo l’installazione, come è accaduto molte volte in precedenza. “

Disse Djishin: “Dichiaro il nuovo sistema molto più stabile. In teoria ho testato ogni punto dove le componenti di basso livello potrebbero fallire, e tutto funziona come dovrebbe. “

Disse Banzen: “Deve essere noioso lavorare così duramente per giorni, facendo clic sulle finestre di dialogo ed esaminare i file di log.”

Disse Djishin: “La mia analisi non viene effettuata manualmente, lei stesso ha osservato che un tale metodo è lento e soggetto a errori. Invece ho lavorato secondo il metodo di Luohou: tutte le modifiche ai DAOs e ai servizi in corso di esecuzione sono stati verificati da un battaglione completo di test automatizzati di basso livello. Per cui, se le pietre sono robuste, il muro si reggerà in piedi. “

Disse Banzen: “Va ad’informare i monaci, allora. Ti aspettano dall’altra parte della gola. “

Banzen indicò il grande abisso che separava la rupe dove si trovavano da quella opposta.

Disse Djishin: “Come faccio ad attraversare? Il ponte è stato distrutto da una sciocca suora e ancora penzola a brandelli. “

Banzen indicò una sottile corda tesa tra due alberelli sopra l’abisso.

Disse Djishin: “Ma maestro, nessuno, nemmeno un acrobata dell’Imperatore potrebbe stare in equilibrio su una corda così sottile.”

Banzen indicò una matassa della stessa corda poggiata a terra lì vicino, avvolta in una solida spirale larga un metro. Il maestro mise un piede al centro e alzò l’altro piede, restando immobile per un intero minuto.

Djishin sapeva che era meglio non accusare il maestro di ingiustizia, e disse: “Inoltre, la treccia sottile è secca e fragile. Non credo che possa sopportare il mio peso. “

Banzen si inginocchiò, fece passare tutta la corda tra le mani, disegnando archi nell’aria, a dimostrazione che l’intera lunghezza era ancora intatta dopo che lui ci aveva camminato sopra.

Anche in questo caso Djishin non protestò, dicendo: “Tuttavia il tuo ponte è tenuto in posizione da due fuscelli. Le piante saranno sicuramente sradicate “.

Banzen estrasse un ocarina dalla sua veste e soffiò un vibrante trillo acuto. Dalla foresta al di là del baratro emersero decine e decine di scoiattoli. Ad uno ad uno saltarono sull’ondeggiante cavo e corsero attraverso il divario. Quando ogni scoiattolo arrivava Banzen gettava una noce, dopo di che lo scoiattolo faceva un profondo inchino e scompariva tra gli alberi, e il successivo iniziava la traversata. Djishin guardò con stupore fino a quando l’ultimo scoiattolo se ne andò.

Disse Banzen: “Visto che il tuo piede non è più grande del mio, il tuo corpo non è più pesante del mio, e, che, nessuno di noi pesa più di un centinaio di scoiattoli, dichiaro il mio ponte più che in grado di sopportare la tua traversata. In teoria. Ora vai.